Nel corso del 2013 anche il direttore del carcere di Opera dott. Giacinto Siciliano richiese a Sesta Opera San Fedele l’allestimento del Laboratorio Informatico sullo stile di quello già operativo al carcere di Bollate. La sua richiesta formale (prot. 68745 del 15 nov 2013) fu una conseguenza del cambiamento nella gestione delle carceri italiane a seguito della sentenza Torreggiani emessa dalla Corte europea dei diritti umani, adottata l’8 gennaio 2013 con decisione presa all’unanimità che condannò l’Italia per la violazione dell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti umani (CEDU). Il carcere di massima sicurezza di Opera doveva quindi aprirsi a detenuti comuni, agli stranieri e non solo. L’Istituto aveva bisogno di attività formative di gruppo, assai scarse fino a quel momento, per impegnare in percorsi riabilitativi detenuti che ormai dovevano passare la maggior parte del loro tempo fuori della cella.
Fu così che il 18 giugno 2014 fu firmato una Lettera di Intenti tra Sesta Opera, la direzione del carcere e la ST Foundation secondo cui La Direzione del Carcere e Sesta Opera si impegnarono ad organizzare almeno 10 corsi con un numero minimo di 100 studenti all’anno, per un periodo iniziale di tre anni, poi rinnovati. E l’Ordine di Servizio n. 161 stabilì che il 21 giugno 2014 sarebbe iniziato il primo corso di formazione del primo gruppo di detenuti a cura dei volontari di STMicroelectronics con il supporto dei volontari di Sesta Opera. La strategia educativa era ancora quella adottata a Bollate: i volontari avrebbero formato i detenuti che avevano già una certa esperienza all’uso del computer ad insegnare l’informatica di base ad altri detenuti. Il primo corso interamente curato dai detenuti docenti si tenne negli ultimi mesi del 2014.
Solo nel periodo fino a fine 2017 vennero formati 20 docenti che erogarono 24 corsi per un totale di 480 partecipanti.