Traguardo raggiunto, nuovi orizzonti si aprono

Reparto femminile del Carcere di Milano-Bollate – Conferimento degli attestati di partecipazione del Corso di sensibilizzazione alla mediazione comunitaria alle novissime mediatrici del reparto

Il 28 gennaio 2017 è stato un sabato molto speciale. Dopo un anno di percorso M.A. (scarcerata qualche giorno prima), A.S.P.B.D.C.A.G.R.G.Z.H.M.L. e M.R. hanno ricevuto il loro attestato di partecipazione al Corso di sensibilizzazione alla mediazione comunitaria raggiungendo così uno de traguardi più attesi. ( Sono state indicate solo le iniziali delle persone coinvolte per tutelarne la privacy)

Il progetto di mediazione comunitaria è nato nel reparto femminile del Carcere di Milano-Bollate a partire dal Workshop di Mediazione Penitenziaria tra pari tenuto da Javier Vidargas, messicano, il 22 e 23 settembre 2014 a San Fedele, all’interno delle attività del X Congresso Mondiale di Mediazione (22–27 settembre 2014 a Genova). Sulla scia dell’esperienza di Hermosillo – sempre in Messico – il Carcere di Milano-Bollatel’Associazione Sesta Opera San Fedele e l’Associazione di Mediazione Comunitaria di Genova hanno avviato una collaborazione per attivare un progetto di mediazione comunitaria e una prima esperienza di mediazione penitenziaria tra pari in Italia, intendendo il reparto femminile di Bollate come una comunità che si mette a lavorare e a pensare insieme.

Da aprile 2015 fino ad oggi si sono sviluppate diverse fasi che hanno visto coinvolti volontari di Sesta Opera, volontari di altre associazioni, agenti penitenziari, educatori del reparto femminile, la direzione del carcere e, infine cronologicamente, ma non meno importante, le candidate al corso. Gli incontri, a cadenza quindicinale, avevano come finalità l’organizzazione di un gruppo di lavoro che avesse come obiettivo attivare il dialogo e la partecipazione come strumenti per ricostruire la convivenza.

Diverse sono state le persone interessate in questo percorso costellato d’incontri che miravano ad approfondire tematiche come l’analisi del conflitto, la giustizia riparativa, le tecniche di attivazione del dialogo e della mediazione comunitaria. Un ringraziamento, quindi, a tutti coloro che – in un modo o nell’altro – hanno contribuito a raggiungere l’esito finale, altamente significativo in termini relazionali ed esperienziali.

L’impegno messo in campo dalle mediatrici nell’intero percorso annuale è la manifestazione concreta della possibilità di attivare nuove risorse e strumenti per migliorare la convivenza. Con la consapevolezza che c’è ancora tanto lavoro da fare, si apre così una felice e nuova tappa!