Mediazione

 

Mediazione dei conflitti tra pari

Il carcere è troppo spesso un luogo di gravi conflitti e violenza fra i detenuti. 

Ciò mina alle fondamenta la convivenza nel carcere che, secondo la Costituzione, deve tendere alla rieducazione e al reinserimento sociale. Invece lo fa diventare un ambiente socialmente invivibile: un luogo di educazione alla violenza. Perché la violenza produce violenza.

La mediazione carceraria tra pari è una pratica innovativa nata in America Latina circa 10 anni fa. Prevede di scegliere e formare, all’interno della popolazione carceraria, persone che siano in grado di gestire e risolvere pacificamente i confitti che insorgono fra i loro compagni detenuti e fra i detenuti e le loro famiglie.

Anche in un ambiente difficile come il Messico, l’esperienza di mediazione carceraria nel carcere di Hermosillo ha dato risultati importanti: nel 2005 i conflitti fra carcerati provocavano un suicidio alla settimana e un ferito grave ogni tre giorni. Dopo due anni di mediazione in carcere non si verificavano più morti a causa di liti. Ma non è solo questo: il carcere era diventato un ambiente migliore. L’istituzione si è impegnata a migliorare le condizioni di vita dei detenuti. Enti e imprese hanno sviluppato nel carcere attività di formazione e lavoro. E molti mediatori, una volta ex detenuti, hanno deciso di continuare la loro attività di mediazione fuori dal carcere, nella società.

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