La certezza del recupero
Roma, 17 dicembre 2014
Guido Chiaretti, Presidente Sesta Opera San Fedele, ha partecipato alla conferenza stampa organizzata da “La Certezza del recupero”, nella sala stampa di Montecitorio. Modera il senatore Edoardo Patriarca, Presidente del CNV.
RELATORI:
Edoardo Patriarca Presidente Centro Nazionale per il Volontariato
Giulio Sensi Fondazione Volontariato e Partecipazione
Guido Chiaretti Presidente Sesta Opera S.Fedele Onlus
Don Sandro Spriano Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia
Giorgio Pieri Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Rassegna stampa:
- Linkiesta: www.linkiesta.it/
misure-alternative-al-carcere - Vita: www.vita.it/societa/
giustizia/carcere-grazie-alle- misure-alternative-risparmio- di-210-milioni.html - Corriere della Sera:sociale.corriere.it/
carcere-come-risparmiare-210- milioni-con-le-pene- alternative/ - Avvenire: Avvenire, 18/12/2014
- Agenzia Parlamentare: www.agenparl.com/?p=
138529 - Globalist: www.globalist.it/
Detail_News_Display?ID=66784& typeb=0&Carcere-le-misure- alternative-faranno- risparmiare-500-000-euro-al- giorno - Il Velino: www.ilvelino.it/it/
article/2014/12/17/carcere- grazie-alle-misure- alternative-risparmio-di-210- milioni/5ed2a043-69bb-415e- a7b2-5e979a3b849c/ - Radio Radicale: conferenza stampa www.radioradicale.it/
scheda/429181/conferenza- stampa-lacertezzadelrecupero- i-costi-del-carcere-e-il- valore-delle-misure- alternative – intervista Patriarca www.radioradicale.it/ scheda/429165/intervista-ad- edoardo-patriarca-sulle-pene- detentive-alternative-e- inizativa-non-violenta-di- marco-pannell - VolontariatOggi.info: www.volontariatoggi.
info/carcere-risparmio-di-210- milioni-con-le-misure- alternative/ - La difesa del popolo: www.difesapopolo.it/
Sociale/Carcere-oltre-500- mila-euro-di-risparmio-al- giorno-con-le-misure- alternative - Tg Regione: www.tgregione.it/
cronaca-regionale/carcere- risparmio-di-210-milioni-con- le-misure-alternative/ - Lucca in diretta: www.luccaindiretta.it/
sociale/item/38075-cnv-210- milioni-di-risparmio-con-le- misure-alternative-al-carcere. html - Redattore Sociale: www.redattoresociale.
it/Notiziario/Articolo/475553/ Carcere-oltre-500-mila-euro- al-giorno-di-risparmio-con-le- misure-alternative - Redattore Sociale: www.agenzia.
redattoresociale.it/ Notiziario/Articolo/475585/ Carcere-per-le-misure- alternative-solo-102- volontari-su-10-mila- Paradosso-della-legge - Redattore Sociale 3
La denuncia delle associazioni impegnate nel volontariato penitenziario: ”Abbiamo chiesto più volte al ministro Orlando di rivedere l’ordinamento penitenziario, ma niente”. E presentano un documento sulle proposte per i decreti attuativi della legge delega
ROMA – Sono circa diecimila i volontari che lavorano dentro il carcere, ma sono solo 102 in tutta Italia quelli impiegati fuori dagli istituti per l’esecuzione penale esterna. Un paradosso legato a un ostacolo legislativo che non permette di far lavorare le persone provenienti dal mondo dell’associazionismo anche per le misure alternative. ”Da tempo chiediamo al ministro Orlando di intervenire su questo tema, ma non abbiamo ottenuto nessuna risposta. Eppure si tratta solo di una questione di volontà politica”. A denunciarlo e’ Guido Chiaretti, presidente di Sesta opera S. Fedele onlus nel corso della conferenza stampa organizzata oggi a Roma, dal Centro nazionale per il volontariato e la fondazione Volontariato e partecipazione, per presentare i dati del dossier ”La certezza del recupero”. ”Dal 2004 abbiamo un protocollo d’intesa con l’Uepe, l’ufficio per l’esecuzione penale esterna – spiega Chiaretti – ma per ora a Milano siamo riusciti a impiegare solo 15 volontari. La situazione non e’ rosea neanche nelle altre città. Il numero maggiore di volontari lo troviamo in Liguria, dove sono 25, numero comunque risibile rispetto alle potenzialità di questo mondo. Mentre in città grandi come Roma, Napoli e Palermo, non c’e’ neanche un volontario occupato nell’esecuzione penale esterna”. Il problema risiede nelle restrizioni contenute nell’ordinamento penitenziario: se infatti l’articolo 17 e 18 della legge 354 permettono alla società civile di entrare in carcere e svolgere attività di volontariato, per le misure alternative vale l’articolo 78, riferito agli assistenti volontari, molto più restrittivo. ”Se per una richiesta relativa all’articolo 17 la risposta arriva nel giro di un paio di settimane – spiega ancora Chiaretti – nel caso dell’articolo 78 si aspetta oltre un anno. E io cosi’ ho perso molti volontari che voleva offrire gratuitamente la loro opera. Questo e’ un paradosso assurdo, tanto più a fronte della ristrettezza di risorse in cui operano gli uffici dell’esecuzione pensa esterna, per i quali il ministero spende solo 500mila euro l’anno. Sono per primi i dirigenti Uepe a chiederci di alzare la voce su questo che e’ un mondo invisibile”. Nel corso della conferenza stampa e’ stato presentato anche un documento sulla riforma delle pene detentive non carcerarie, una serie di osservazioni e proposte sui decreti attuativi della legge delega n.67 del 2014 che sono in fase di emanazione. Tra questi, in particolare, si chiede appunto di riformare gli arti 17 dell’ordinamento penitenziario e l’articolo 120 del regolamento del 2000 ”per consentire l’accesso della comunità esterna all’azione rieducativa in affiancamento agli Uepe”. ”Lo scopo di queste modifiche – si legge ancora nel documento – e’ consentire la crescita numerica del volontariato penitenziario specificamente dedito a supportare i condannati alle misure alternative”.Sono in tutto 31.045 i condannati o imputati che scontano o attendono la pena attraverso misure alternative al carcere, lavoro di pubblica utilità, misure di sicurezza, sanzioni sostitutive e messa alla prova nei servizi sociali. Quasi 20 mila di loro si trovano in affidamento in prova al servizio sociale, in semi-libertà o in detenzione domiciliare. Quelli giunti alla misura alternativa al carcere dallo stato di detenzione sono 9.273. Le misure alternative coinvolgono soprattutto gli italiani e questo proprio per l’assenza di una residenza da eleggere a domicilio. Gli altri interventi richiesti sono, innanzitutto verificare le strutture di accoglienza per i detenuti per fare in modo che ci sia la possibilità di eseguire le pene alternative, fondamentali per un reale recupero. Molti detenuti, soprattutto stranieri, non possono infatti accedere alle misure alternative perché non hanno un domicilio. Secondo le associazioni questo problema si potrebbe aggirare autorizzando le comunità di accoglienza al recupero dei detenuti con appositi protocolli e convenzioni. Si chiede poi un piano di risorse immediato su questo tema, ma anche investire sul lavoro dei detenuti. ”Vogliamo che il lavoro del volontariato dentro e fuori dal carcere sia finalmente riconosciuto dal ministero – aggiunge Edoardo Patriarca, deputato Pd e presidente del Centro nazionale per il volontariato -. ma anche che siano riviste le regole di questo impegno. Il nostro secondo obiettivo e’ battersi perché le misure alternative siano realmente favorite e intensificate. Non solo perché abbattono la recidiva ma perché cosi’ si potrebbero produrre fino a 1500 nuovi posti di lavoro”. Secondo Patriarca le misure alternative sono anche un grande risparmio per lo Stato. Un dato ben spiegato dal report illustrato da Giulio Sensi di fondazione Volontariato e partecipazione. ”Al cittadino i detenuti costano 200 euro al giorno – aggiunge Giorgio Pieri della Comunità Giovanni XXIII – un costo esagerato che si potrebbe aggirare investendo di più nelle misure alternative. Ma per fare questo serve innanzitutto un cambiamento nella piramide dei valori”. (ec) (www.redattoresociale.it) 15:29 17-12-14
- ANSA
Carceri: con misure alternative risparmio 210 mln, ricerca
Poco piu’ di 30mila persone scontano pena fuori dal carcere (ANSA) – ROMA, 17 DIC – I detenuti nelle carceri italiane sono 54.428, il 10,4% in più rispetto alla capienza. Il sistema carcerario ogni anno costa quasi 3 miliardi di euro. Ma se investissimo sulle misure alterative alla pena potremmo ottenere un risparmio crescente: inserendo nelle realtà di accoglienza 10 mila detenuti si registrerebbe un risparmio di oltre 210 milioni l’anno. E’ quanto emerge da una ricerca condotta dal Centro nazionale per il volontariato (Cnv) e dalla Fondazione volontariato e partecipazione (Fvp), presentata oggi alla Camera in occasione dell’evento ”#LaCertezzaDelRecupero. I costi del carcere e il valore delle misure alternative”. L’ultima stima sui costi della detenzione risale al 2013 e restituisce un costo medio giornaliero a detenuto (al netto delle spese sanitarie) pari a 123,78 euro. Trasferire alla pena alternativa 10 mila detenuti consentirebbe un risparmio per l’intero sistema di 577 mila euro al giorno, cioé oltre 210 milioni l’anno. Sono 31.045 i condannati o imputati che scontano o attendono la pena attraverso misure alternative al carcere, lavoro di pubblica utilità, misure di sicurezza, sanzioni sostitutive e messa alla prova nei servizi sociali. Quasi 20 mila di loro si trovano in affidamento in prova al servizio sociale, in semi-libertà o in detenzione domiciliare. Nel mondo carcerario operano 274 organizzazioni del terzo settore, ma sono ben 8.471 quelle che si dichiarano disponibili ad accogliere detenuti o ex detenuti per il reinserimento o il recupero. ”Il nostro impegno a favore delle misure alternative alla pena continua” ha detto il presidente del Cnv e deputato Pd Edoardo Patriarca, a nome del gruppo di lavoro ‘La certezza del recupero’ di cui fanno parte anche Seac, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Caritas, Sesta Opera San Fedele di Milano, Padre Nostro di Palermo e Associazione Papa Giovanni XXIII. ”Investendo sulle pene alternative risolveremmo molti problemi – ha aggiunto Patriarca – ad esempio il sovraffollamento. Ma riusciremmo ad abbattere sia i costi sia la recidiva. Senza considerare le migliaia di posti di lavoro che si andrebbero a creare”. Guido Chiaretti, presidente della Sesta Opera S. Fedele Onlus, ha ricordato che ”i volontari in carcere sono a oggi circa 10 mila. Ma i volontari che lavorano con gli uffici locali per l’esecuzione penale esterna sulle misure alternative sono praticamente inesistenti. I dati vicini allo zero. E’ quindi necessario che il collegamento tra volontariato ed esecuzione penale esterna sia consentito per legge, in tempi brevi”. ”Ci illudiamo che il carcere dia sicurezza, ma non e’ vero – ha sottolineato Giorgio Pieri (Papa Giovanni XXIII) – ogni giorno entrano ed escono dal carcere circa mille detenuti. Per loro la recidiva e’ del 75%. Tra le persone che accogliamo in comunità la percentuale scende fino al 7%. Quindi cosa conviene finanziare? Un uomo recuperato non e’ piu’ pericoloso. Come amava ricordare don Oreste Benzi, dobbiamo passare dalla giustizia vendicativa a quella educativa”. (ANSA).
AB 17-DIC-14 15:57 NNNN