Centinaia alla presentazione del libro di Guido Bertagna, Adolfo Ceretti e Claudia Mazzucato.

Negli ultimi anni alcuni ex appartenenti alla lotta armata degli anni settanta, vittime e familiari delle vittime, si sono incontrati per intraprendere uno straordinario percorso, alla ricerca comune di una ricomposizione possibile. Il libro dell’incontro è il resoconto finale di questa avventura sommersa: una testimonianza di giustizia riparativa viva e autentica, epica e rivoluzionaria.

Milano, sabato 24/10. Gli organizzatori di Bookcity non si immaginavano che tante persone fossero interessate a Il libro dell’incontro. Vittime e responsabili della lotta armata a confronto.

Invece alle 19, davanti al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano c’era una fila lunghissima.
Molti riescono ad entrare, ma tanti rimangono delusi fuori. E Claudia Mazzucato, con emozione e sorpresa, passa tra gli sconosciuti che si ammassano all’ingresso. Si scusa, dice che non si aspettavano un tale riscontro. E poi, prende la situazione in mano e organizza una presentazione alternativa nel cortile. Prende sottobraccio Gherardo Colombo, anch’egli tra gli esclusi della fila, “ruba” qualche relatore alla sala interna, recupera un microfono e via! Due ore di intense chiacchiere con quel pubblico improvvisato, che rimane lì ad ascoltare (nonostante il freddo) e che fa domande, pone dei dubbi, si congratula.

Intanto dentro sono tutti altrettanto attenti: Adriana Faranda, Gad Lerner, Manlio Milani e Agnese Moro parlano della loro esperienza, di giustizia riparativa, del dialogo e del confronto. Manlio Milani, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Piazza della Log

gia, spiega: “Il tema del riconoscimento che vuol dire sapere ascoltare, mettere insieme le esperienze, è la base fondamentale per ricostruire una memoria pubblica e trovare in questa i punti comuni che permettono a un società di poter convivere insieme. Il perdono, invece, tutto sommato,  è una sorta di amnistia: annulla tutto. Noi non vogliamo annullare nulla”.  L’ex brigatista rossa Adriana Faranda racconta la sua esperienza e dice: “All’interno del gruppo ho trovato il il vero ascolto. Proprio dalle persone colpite più crudelmente dalle nostre scelte. Proprio loro avevano il vero, autentico, desiderio di comprendere. Tutte le volte che mi sono rivolta all’esterno ho subito un saccheggio non un ascolto”.

In cortile, Claudia Mazzucato tiene a sottolineare che il libro “non è la relazione di un successo. Molti dei parenti delle vittime non hanno voluto aderire al progetto, per motivi che sono più che comprensibili. Ma per coloro che hanno aderito al gruppo, l’esperienza è stata rivoluzionaria”

Non ci resta che leggere!